L’Associazione “Salviamo la Costituzione” – fondata da Oscar Luigi Scalfaro e presieduta dal prof. Alessandro Pace – che raccoglie coloro che promossero il vittorioso referendum costituzionale del 25 e 26 giugno 2006, ha inviato a tutti i candidati premier per le prossime elezioni una lettera (qui il link), chiedendo di conoscere la posizione e gli impegni precisi delle forze politiche in relazione ai progetti di riforma istituzionale.
Pier Luigi Bersani e Antonio Ingroia ci hanno fatto avere le risposte che vi alleghiamo.
1. La risposta dell’on. Pier Luigi Bersani
Roma 13 febbraio 2013
Al Presidente dell’Associazione “Salviamo la Costituzione”
Alessandro Pace
Gentile Presidente,
rispondo volentieri alla vostra lettera che pone questioni di cruciale rilievo per il consolidamento della democrazia italiana e dei valori della Repubblica.
Prima di affrontare direttamente i quesiti che ponete, intendo proporre due precisazioni.
Ritengo impropria e deviante la espressione “fase costituente”, da molti usata, non da voi, perché sembra alludere ad una ridefinizione radicale dei valori e dei principi costituzionali. Ritengo più corretto parlare di “fase costituzionale”, una fase che si dà il compito di esplicitare i valori della Costituzione, respingendo invece l’ipotesi di una loro riscrittura.
Nella vostra lettera sottolineate la necessità di “riforme di struttura, coraggiose e impegnative”. Sono d’accordo e intendo precisare che riformeremo la Costituzione secondo la Costituzione, non contro di essa. Perciò procederemo sulla base del criterio del minimo indispensabile piuttosto che per conseguire l’obiettivo del massimo possibile. Questo obiettivo, infatti, favorisce, come è accaduto in alcuni dei tentativi di riforma che abbiamo alle spalle, negoziazioni che forse appagano le pretese delle singole parti politiche, ma danneggiano inevitabilmente i valori irrinunciabili della chiarezza, della coerenza e dell’efficacia dell’intera Costituzione.
Passo ora ai quesiti.
Occorre certamente difendere la Costituzione da incursioni “di parte”, come voi dite. Pertanto credo anche io che occorra elevare in misura assai considerevole la maggioranza necessaria per l’approvazione parlamentare delle leggi di revisione e soprattutto che sia opportuno riconoscere ai cittadini il potere di richiedere in ogni caso il referendum confermativo. La cifra di 500.000 elettori che voi proponete può certamente rispondere all’esigenza di rendere possibile il referendum senza consegnare questo potere a esigue minoranze, dopo il voto di una maggioranza qualificata del Parlamento.
Non c’è per me alcuna possibilità di differenziare la Prima dalla Seconda parte della Costituzione. La Seconda parte non è che la esplicitazione dei valori contenuti nella prima ed è evidente che attraverso la manipolazione della Seconda parte di possono ledere i valori fondamentali espressi dalla Prima.
I nostri gruppi parlamentari e il governo si muoveranno in questa direzione con appositi progetti di legge. Voglio solo aggiungere che le mie opinioni sulla materia che mi avete cortesemente sottoposto non sono frutto di estemporanee valutazioni, ma di riflessioni che complessivamente appartengono alla elaborazione del Partito Democratico e dei suoi organismi.
Sono grato per il vostro impegno e mi auguro che il nostro dialogo prosegua fruttuosamente nel comune interesse per la difesa e lo sviluppo dei diritti dei cittadini e dei valori della Costituzione repubblicana.
Cordiali saluti
Pier Luigi Bersani
2. La risposta del dott. Antonio Ingroia
Proporrete e sosterrete, nella prossima legislatura, un disegno di legge di modifica dell’articolo 138 della Costituzione che elevi a due terzi la maggioranza necessaria per l’approvazione parlamentare delle leggi di revisione della Costituzione e consenta in ogni caso a 500.000 elettori di chiedere il referendum confermativo sul testo approvato? Proporrete che ciò valga per qualunque legge di revisione costituzionale, senza distinzioni tra la prima e la seconda parte della Costituzione?
Siamo assolutamente favorevoli a qualsiasi intervento volto a proteggere la Costituzione da Riforme di parte, che spesso sono mosse dalla necessità della maggioranza di turno di supplire alle proprie mancanze. Questo è stato lo spirito che ha dato vita a più di un tentativo di stravolgere la seconda parte della Costituzione, tentativi fortunatamente naufragati grazie al referendum del 2006 e all’affrettato concludersi di questa legislatura.
A quanto pare la Costituzione vigente non garantirebbe adeguati strumenti di governo.
Noi sosteniamo il contrario. Se i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni non sono stati in grado di mettere in pratica politiche serie ed efficaci, nonostante un uso smodato della decretazione d’urgenza, la responsabilità non può essere certo della Costituzione ma va ricercata nell’incapacità di questi governi di indirizzare la propria maggioranza. Incapacità ancor più evidente laddove si disponeva di una maggioranza parlamentare dalle dimensioni inimmaginabili prima dell’avvento di questa pessima legge elettorale .
Siamo convinti che sia necessario ridare al Parlamento il ruolo centrale che i padri costituenti gli hanno attribuito e che la prima e la seconda parte della Costituzione siano strettamente connesse. Per questo appoggeremo qualunque proposta che miri a rendere più stringenti i limiti alla revisione costituzionale.
Gli elettori si sono inoltre dimostrati in più occasioni dotati di maggiore lucidità e memoria storica rispetto agli eletti e questo ha consentito di scongiurare riforme in senso presidenziale dalle conseguenze a nostro avviso estremamente pericolose.
Riteniamo quindi importante che questi siano l’arbitro finale di tutte le modifiche che si vogliano apportare al testo fondamentale che regola la vita democratica del nostro Paese.
Pensate di potere assumere l’impegno di assicurare la coerenza delle riforme istituzionali che Voi proporrete o sosterrete con i principi e i valori della Costituzione del 1948 e la loro compatibilità con i suoi equilibri fondamentali, e dunque con i principi della forma di governo parlamentare?
La difesa dei principi e dei valori della Costituzione del 1948 è esattamente il motivo fondante della nascita della lista Rivoluzione Civile. Siamo certi di poter garantire che ogni nostra proposta di riforma sarà coerente con quanto previsto dalla Costituzione e assicuriamo inoltre il massimo impegno nel contrastare quanti intenderanno proporre modifiche intese a violarne lo spirito.
Mi sono più volte definito partigiano della Costituzione perché tra chi la difende e chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla e stravolgerla ho scelto da che parte stare. E ho scelto da che parte stare perché le vere emergenze di questo Paese devono ricercarsi nella mancata concreta applicazione dell’articolo 1 e dell’articolo 3.
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro e noi vogliamo che l’Italia torni davvero ad essere fondata sul lavoro, che il lavoro sia un diritto di tutti gli italiani e non un privilegio.
L’eguaglianza sancita dall’articolo 3 non può e non deve essere solo formale ma deve essere un’eguaglianza di fatto, garantita da uno Stato che si impegni sul serio a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono un’uguaglianza sostanziale.
Noi vogliamo che l’Italia torni ad essere un’Italia eguale e giusta come lo avevano scritto i padri costituenti.
Per questo noi intendiamo essere, giorno per giorno, partigiani di questa Costituzione.